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Cibernetica e fantasmi

Appunti sulla narrativa come processo combinatorio

Conferenza tenuta a Torino, Milano, Genova, Roma, Bari, per l’Associazione Culturale Italiana dal 24 al 30 novembre 1967; ripetuta poi, in diverse varianti e con altro titolo (Il racconto come operazione logica e come mito) in altre città d’Italia, Germania, Olanda, Belgio, Inghilterra, Francia. Pubblicata col titolo Cibernetica e fantasmi in «Le conferenze dell'Associazione Culturale Italiana», fase. XXI, 1967-68, pp. 9-23; successivamente, in un testo ridotto, col titolo Appunti sulla narrativa come processo combinatorio, in «Nuova Corrente», n. 46-47, 1968. La pubblicazione in questa rivista diede origine a una discussione nel «Caffè» e a un mio nuovo intervento (I. Calvino, Saggi, a cura di M. Barenghi, I Meridiani, Mondadori, Milano 1995, p. 205).


copertina e-book tra il cristallo e la fiamma


copertina della Consistenza

Tra il cristallo e la fiamma


Copertina Eros al femminile

Cibernetica e fantasmi


Proponiamo un passo di Tra il cristallo e la fiamma, pp. 322-323.


La tesi della conferenza come lascia intuire il sottotitolo è la letteratura come processo combinatorio e per sostenerla Calvino lancia la stessa procedura dei Six memos ossia parte dalla tradizione letteraria più antica per chiedersi se anche nelle forme più complesse un numero illimitato di trasformazioni sia riducibile a un numero finito di strutture, come nel mito e nella fiaba. E si appoggia alle analisi dei formalisti russi e di Barthes e agli scrittori del gruppo «Tel Quel» per concludere che la letteratura è riconducibile «a combinazioni tra un certo numero d’operazioni logico-linguistiche o meglio sintattico-retoriche, tali da poter essere schematizzate in formule tanto più generali quanto meno complesse».[1]

L’interesse di Calvino è l’operazione essenzialmente matematica sottesa al processo combinatorio della letteratura. Se guarda allo strutturalismo è perché questo applica alla letteratura quel procedimento con risultati convincenti, ma lo strutturalismo è uno strumento come altri, tant’è vero che Calvino apre alla teoria dell’informazione, come teoria inglobante.

Non solo la letteratura, ma anche il pensiero, anzi, gli stessi processi biologici sono regolati dallo stesso procedimento matematico evidenziato dalla teoria dell’informazione che Calvino fa precedere dal contesto epistemologico che l’ha maturata.

Nel modo in cui la cultura d’oggi vede il mondo, c’è una tendenza che affiora contemporaneamente da varie parti: il mondo nei suoi vari aspetti viene visto sempre più come discreto e non come continuo. Impiego il termine «discreto» nel senso che ha in matematica: quantità «discreta» cioè che si compone di parti separate.[2]

È lo scenario epistemologico della fisica quantistica, che descrive una realtà fatta di vuoti intervallati a grandi distanze da frammenti di pieno, di una realtà non continua come una linea retta ma spezzata in tante brevi linee intervallate da lunghi tratti bianchi, rischiarata da una luce fatta di brevi intervalli d’energia separati da interminabili vuoti di buio e regolata non dal meccanismo rigorosamente scandito della fisica di Galileo e di Newton ma affidata alla aleatorietà di eventi possibili ma non necessari.

Su questo sfondo di probabilità si muove il processo combinatorio di Calvino che è lo sfondo stesso dell’attività cerebrale.

Il pensiero, che fino a ieri ci appariva come qualcosa di fluido, evocava in noi immagini lineari come un fiume che scorre o un filo che si sdipana, oppure immagini gassose, come una specie di nuvola, tant’è vero che veniva spesso chiamato «lo spirito», - oggi tendiamo a vederlo come una serie di stati discontinui, di combinazioni di impulsi su un numero finito (un numero enorme ma finito) di organi sensori e di controllo. I cervelli elettronici, se sono ancora lungi dal produrre tutte le funzioni d’un cervello umano, sono però già in grado di fornirci un modello teorico convincente per i processi più complessi della nostra memoria, delle nostre associazioni mentali, della nostra immaginazione, della nostra coscienza. Shannon, Weiner [sic],[3] von Neumann, Turing, hanno cambiato radicalmente l’immagine dei nostri processi mentali. Al posto di quella nuvola cangiante che portavamo nella testa fino a ieri e del cui addensarsi o disperdersi cercavamo di renderci conto descrivendo impalpabili stati psicologici, umbratili paesaggi dell’anima, - al posto di tutto questo oggi sentiamo il velocissimopassaggio di segnali sugli intricati circuiti che collegano i relé, i diodi, i transistor di cui la nostra calotta cranica è stipata.[4]

C’è confusione ossia continuità tra materia sensazioni emozioni sentimenti pensiero: una serie di impulsi elettrochimici, partiti da una massa di neuroni sufficientemente grande, attiva un livello superiore di neuroni che, se stimolati in una massa sufficiente grande, interagendo con i precedenti, attivano a loro volta un livello più alto e così su su fino ai simboli e al pensiero (e ai paradossi).

Nel cervello come su una scacchiera «in cui sono messi in gioco centinaia di miliardi di pezzi» sono possibili tante mosse che «neppure in una vita che durasse quanto l’universo s’arriverebbe» a giocarle tutte.

Su questo sfondo, su uno sfondo digitale, si muove il processo combinatorio di Calvino non su quello dello strutturalismo. Certo lo strutturalismo gioca la sua parte, ma la sua parte la gioca anche Queneau che muove da premesse matematiche e la sua parte la gioca Santillana con l’immagine dei dadi e della scacchiera degli antichi e il tutto viene posto nel quadro epistemologico della seconda rivoluzione scientifica aprendosi agli sviluppi incontenibili della teoria dell’informazione. La scacchiera delle Città invisibili è già qui in Cibernetica e fantasmi, nel calcolo probabilistico della teoria dell’informazione, agganciato al mito svelato da Santillana. Quando dalle Lezioni Calvino invita a guardare alle Città invisibili invita a guardare anche al quadro mitologico che l’ha prodotto. In questo non c’è solo lo strutturalismo ma c’è la teoria dell’informazione che apre verso la continuità con la materia e da questa alle varie forme viventi fino all’uomo e alla storia. «La sterminata varietà delle forme vitali si può ridurre alla combinazione di certe quantità finite. Anche qui è la teoria dell’informazione che impone i suoi modelli».[5]

Fermarsi nel quadro mitologico delle Città invisibilialle sole scacchiere è per lo meno come cancellare la colonna sonora di un film. Nelle Città invisibili non c’è solo la trasparenza del cristallo, c’è anche il rumore della fiamma. E in Cibernetica e fantasmi c’erano già cristallo e fiamma, come c’erano già le complicanze dell’infinitesimo e dei paradossi.

Il processo combinatorio di Calvino si muove sullo sfondo della logica, della matematica, delle scienze e con questo sfondo approda ai - ma sarebbe meglio dire - s’incontra coi processi combinatori di strutturalismo e semiotica.

Anche per questo Calvino ha potuto conseguire risultati originali, come dimostra l’unicità del Castello dei destini incrociati, la sua opera più vicina alle suggestioni strutturalistiche d’oltralpe.





Note

[1]  I. Calvino, Saggi, cit.,I, pp. 208-9.
[2]  I. Calvino, Saggi, cit.,I, p. 209.
[3]  Ovviamente trattasi di Wiener.
[4]  I. Calvino, Saggi, cit.,I, p. 209-10.
[5]  I. Calvino, Saggi, cit.,I, p. 211.






Voci correlate

 

Combinatoria

Discreto


La presente pagina fa parte di un ipertesto sulle Lezioni americane di I. Calvino e sulle Metamorfosi di Apuleio.

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