Altrimenti noto come «école du regard» per sottolinearne la tendenza a una minuziosa descrizione visiva degli oggetti e della realtà, registrati senza interferenze interpretative, il «nouveau roman» ha conosciuto nelle vicende letterarie di Alain Robbe-Grillet e di Michel Butor i momenti più esemplari.
La negazione del personaggio, l'abbandono del racconto lineare, il rifiuto della vicenda, contrabbandiera nella sua pretesa oggettività di tesi precostituite, il declino dell'eroe esemplare lasciano il posto a una narrazione che genera se stessa.
Uno spunto qualsiasi (Robbe-Grillet gioca con la più consumata mitologia quotidiana) diventa tema di una fitta rete di varianti, di serie, di ritorni che appoggiandosi sulla manipolazione delle parole (anagramma, paronomasia, omofonia, antitesi...) e su un ampio ricorso alle tecniche dissolutorie - il monologo interiore è ampiamente frequentato - già sperimentate da Kafka, Proust, Joyce, Gide... guardati come precursori, consentono agli autori del «nouveau roman» di tessere un discorso narrativo dal quale ogni alone antropologico viene escluso.
Nella prospettiva antiumanistica del «nouveau roman», altrimenti sviluppata dalla fenomenologia e dallo strutturalismo, le cose (e Ponge non inutilmente ha fatto scuola) diventano l'oggetto privilegiato di questa narrativa che esibisce se stessa, che vuole riconoscersi autonoma rispetto a ogni intento mimetico, che vuole essere pura rete di segni.
Variamente interpretati (elucubrazioni di una classe al tramonto; denuncia della condizione umana stritolata dal labirinto) i testi del «nouveau roman» «come proposta d'una visione del mondo antitragica, priva di vibrazioni religiose e di suggestioni antropomorfe e antropocentriche» hanno suscitato «tante polemiche ed avversioni in un tempo in cui il potere di scandalo dell'avanguardia» era più che mai esaurito (I. Calvino, La sfida al labirinto, Saggi, I, p. 120).
Voci correlate
La presente pagina fa parte di un ipertesto sulle Lezioni americane di I. Calvino e sulle Metamorfosi di Apuleio.