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Saturno e la melanconia

Saturn and  Melancholy (Saturno e la melanconia, 1923) di Klibansky, Panowsky, Saxl indaga l'evoluzione dell'immagine astrologica di Saturno e della melanconia a lui associata, muovendo dalle cognizioni  e dalle raffigurazioni più remote per giungere alla nozione moderna di melanconia e alla rappresentazione che Dürer ne fa nell'incisione Melencolia I del 1514.

 


I. Calvino, Lezioni americane: Leggerezza

La gravità senza peso di cui ho parlato a proposito di Cavalcanti riaffiora nell’epoca di Cervantes e di Shakespeare: è quella speciale connessione tra melanconia e umorismo, che è stata studiata in Saturn and Melancholy da Klibansky, Panofsky, Saxl. Come la melanconia è la tristezza diventata leggera, così lo humour è il comico che ha perso la pesantezza corporea (quella dimensione della carnalità umana che pur fa grandi Boccaccio e Rabelais) e mette in dubbio l’io e il mondo e tutta la rete di relazioni che li costituiscono.





copertina e-book tra il cristallo e la fiamma


copertina della Consistenza

Tra il cristallo e la fiamma


Copertina Eros al femminile

 

1 Il tipo melanconico


Fino al tardo medioevo il tipo melanconico era considerato misantropo, depresso, ai confini della follia e, per l'influenza di Saturno, destinato ai lavori più squalificati.
A partire dal XV secolo l'ambivalenza del genio rinascimentale (libero di scegliere tra bene e male, fluttuante tra l'affermazione di sé e il dubbio di sé, simile a Dio e fragile nel suo essere uomo...) conferisce una nuova fisionomia al melanconico e al suo astro.

Nell'ambivalenza di Saturno, capace del più grande disordine intellettuale, ma, in particolari condizioni, ispiratore di sublimi capacità, il filosofo rinascimentale riconosce la matrice della sua genialità e nella melanconia l'effetto della consapevolezza delle minacce e delle sofferenze della vita, svelate dalla speculazione a cui il genio è ammesso dall'influenza di Saturno.

Melencolia I di Dürer, secondo l'interpretazione delineata dagli autori di Saturno e la melanconia è la raffigurazione del concetto rinascimentale della melanconia e in particolare la frustrazione del genio artistico conscio dell'impossibilità per l'artista di accedere al livello più alto di dominio del pensiero, riservato al filosofo.

L'articolazione del testo in quattro parti traccia:

a) l'evoluzione del concetto di melanconia dalla dottrina dei quattro umori, temperamenti, pianeti, costellazioni» [2] fino al medioevo;

b) Saturno, astro della melanconia, (v. pp. 125-127) nella tradizione letteraria (1 Saturno in aspetto ieratico; 2 seduto col braccio appoggiato a qualche oggetto) e nella tradizione pittorica fino all'Umanesimo;

c) Melanconia poetica e Melancholia generosa: due percorsi per giungere alla Melanconia ispirata;

d) Dürer e la Melencolia I.






2 Melenconia I di Dürer: tre interpretazioni


L’interpretazione di Panowsky

Durer, Melencolia I

Panofsky suppone che Melencolia I si riferisca non a una serie di stampe di cui questa costituirebbe la prima, ma a un’ideale scala di valori, la cui fonte starebbe in Agrippa,[1] che aveva indicato una tripartizione del furor melancholicus: il livello dell’artista guidato dall’immaginazione, il livello della ragione discorsiva dello scienziato e al vertice la mente intuitiva del teologo.

Melencolia I rappresenterebbe il livello dell’artista ispirato, ma frustrato dalla consapevolezza di non poter accedere al livello più alto di dominio del pensiero.

La figura «alata ma accovacciata al suolo, incoronata ma offuscata da ombre, munita degli arnesi della scienza ma chiusa in una oziosa meditazione, dà l’impressione di un essere creativo ridotto alla disperazione dalla consapevolezza di barriere insormontabili che lo separano da un più alto dominio di pensiero».


L’interpretazione di Yates

Durer, San Gerolamo nel suo studio

La Yates d’accordo nell’individuare in Agrippa la fonte di Dürer ritiene, attraverso una convincente analisi degli ‘oggetti’ apparentemente distribuiti con disordine nell’incisione, che Melanconia I rappresenti il primo stadio dell’ispirazione melanconica: l’ispirazione artistica.

Il cane macilento indica il torpore dei sensi di chi ha raggiunto un’intensa attività interiore; gli strumenti delle attività saturnine (artigianato) indicano la protezione della buona stella di Saturno (le ali della figura), favorita dal quadrato magico di Giove (sulla parete); il tutto protetto dalla Kabbalah (la scala che non porta sull’edificio ma al cielo, la scala di Giacobbe su cui ascendono e discendono gli angeli).

San Girolamo nello studio che Dürer era solito distribuire con Melenconia I rappresenterebbe il terzo livello: la conoscenza dei segreti delle cose divine.



L’interpretazione di Calvesi

Melencolia I: la prima fase dell’opus alchemico

Non è priva di suggestione la convincente dimostrazione di Maurizio Calvesi che in Arte e alchimia individua in Melencolia I la prima fase dell’opus alchemico.

Pur accogliendo l’idea di un’ideale scala di valori, ritiene alquanto arduo pensare a un Dürer, che per altro nutriva un alto concetto dell’artista tanto da attribuirsi sembianze ieratiche nell’autoritratto del 1500, che accetti passivamente la svalutazione implicita nell’ipotesi di Panowsky.

Ritiene piuttosto che Melencolia I sia il primo gradino di una scala che Dürer aspira a percorrere fino alla sommità: la melanosi o nigredo, la prima fase dell’opus alchemico. «La luttuosa ‘bile nera’ pervade l’universo dell’alchimista ma è anche il primo passo verso l’esito di luce».





Note


[1] Cornelio Agrippa di Nettesheim (1486-1535) autore del De Occulta Philosophia, vera e propria summa intrisa di neoplatonismo, di Kabbalah di astrologia a disposizione del mago rinascimentale. Per Agrippa la magia è la vera scienza, è il compimento delle scienze naturali.






Voci correlate

Alchimia

Ermetismo

Melanconia

Yates Frances

La presente pagina fa parte di un ipertesto sulle Lezioni americane di I. Calvino e sulle Metamorfosi di Apuleio.

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Durer, Melencolia I