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Stile

L’insieme dei tratti formali che caratterizzano un autore, un’opera, un periodo artistico.

Stilistica

Studio storico critico dello stile di un autore, di un'epoca o di un genere letterario alla ricerca delle soluzioni linguistiche che ne caratterizzano la specificità.

Rispetto al carattere prescrittivo della retorica antica, da cui pur deriva, la stilistica si differenzia per l'approccio esclusivamente descrittivo teso a individuare il valore delle scelte specifiche di un autore  all'interno del codice linguistico e lo scarto che lo allontana dall'uso linguistico medio; o, più in generale, studia le particolarità di un'epoca  o di un genere letterario rapportato ad altri.

Stilistica


Contini Gianfranco: «Un maestro della critica stilistica italiana»

(I. Calvino, Lezioni americane: Leggerezza)


Contini Gianfranco (1912-1990) filologo e critico letterario, il cui campo d'indagine spazia dalla letteratura delle origini a quella contemporanea, alle letterature spagnola e tedesca. Ha curato edizioni critiche di testi medioevali.

Cultore di stilistica, ha dimostrato la sua genialità nell'interpretazione delle varianti d'autore.





copertina e-book tra il cristallo e la fiamma


copertina della Consistenza

Tra il cristallo e la fiamma


Copertina Eros al femminile

 

1 Stile

Bachtin lega lo stile alla modalità con cui viene raffigurato il discorso altrui:

Lo stile è determinato da un rapporto essenziale e creativo della parola col suo oggetto, col parlante e con la parola altrui; esso cerca di associare organicamente il materiale alla lingua e la lingua al materiale. Lo stile non espone affatto qualcosa che già si sia formato indipendentemente da questa esposizione e sia verbalmente organizzato e dato; lo stile o penetra nell’oggetto in modo immediato e esplicito, come nella poesia, o rifrange le proprie intenzioni, come nella prosa artistica (anche il prosatore-romanziere, infatti, non espone il discorso altrui, ma ne costruisce l’immagine artistica)» (M. Bachtin, Estetica e romanzo. Un contributo fondamentale alla «scienza della letteratura», trad. it. Clara Strada Janovič, Einaudi, 1979, p. 186).

Eco fa coincidere lo stile con la strategia narrativa dell’autore modello.







2 Stilistica

La tripartizione classica degli stili[1] (lo stile sublime dei temi mitici ed eroici della tragedia, lo stile medio del  “divertimento leggero, variopinto ed elegante”, lo stile umile della forma grottesca e comica) con il suo apparato prescrittivo si trasmise sostanzialmente inalterata fino al romanticismo, poiché l'unica trasgressione, rappresentata dalla mescolanza di stili della Divina Commedia non aveva avuto imitatori, arginata dal successivo rinvenimento della Poetica di Aristotele

Soltanto il riguardo dei romantici nei confronti della creatività individuale e delle componenti sociali, psicologiche e ideologiche  sviluppò l'attenzione verso la libertà dell'artista, spiazzando gli strumenti d'analisi della stilistica tradizionale, concentrati sugli aspetti normativo-formali dell'opera letteraria. Le tecniche retoriche caddero così in disuso.

A cavallo tra Otto e Novecento, si sviluppò una nuova stilistica che recuperava, ripulita da  finalità precettive, la retorica tradizionale senza trascurare l'attenzione per quegli aspetti che rendono originale l'opera letteraria.

L'interesse verso le implicazioni espressive ed affettive del linguaggio, desumibili dalle scelte linguistiche devianti  rispetto alla norma linguistica in uso, trovava in alcune figure della retorica, in particolare la metafora e la metonimia,  adeguati elementi di individuazione degli aspetti connotanti il linguaggio.






3 Critica stilistica

La moderna critica stilistica fu avviata dal filologo tedesco Vossler, che muoveva dalla concezione crociana della lingua come creazione della fantasia dell'artista, e ripresa da Spitzer il cui modello d'analisi, consistente nel determinare lo scostamento del testo dall'uso medio della lingua, come riflesso di una particolare stato psichico ed emotivo, ebbe largo seguito.

Gli sviluppi della linguistica strutturale (langue e parole, norma-scarto, stratificazione di linguaggi, registri...) non mancarono di arricchire la ricerca stilistica di nuovi strumenti operativi.

L'indagine oltre che al singolo autore può prestare attenzione anche al rapporto tra questi e l'area sociologica dei destinatari (sociostilistica) o estendersi alle caratterizzazioni di  forme stilistiche collettive (come lo stilnovo,  il gotico, il barocco) o verso un genere letterario (come il romanzo) o verso categorie ampie (come il realismo)...

Gli orientamenti  maturati nell'ambito della «nouvelle critique» riservano ampi spazi alla critica stilistica.
Pagine celebri di critica stilistica si hanno in Auerbach, in Bachtin,  in Barthes, in Contini.

Un interesse particolare assumono le «varianti d'autore» ossia il succedersi delle redazioni, delle correzioni, dei rifacimenti  in vista della stesura definitiva o i ripensamenti riscontrabili nelle diverse edizioni di una stessa opera curate dall'autore.

Nella pubblicazione si segue l'ultima volontà dell'autore, ma  la variantistica, lo studio delle varianti d'autore, fornisce informazioni preziose riguardo le intenzioni dell'autore e quindi  rispetto all'interpretazione dell'opera.

Esempio  celebre di variantistica sono i saggi di Contini.





Note

 


[1]  Stilus, la cannuccia appuntita con cui i romani scrivevano sulle tavolette cerate, passò ben presto ad indicare la forma dello scrivere.






Voci correlate

Auerbach Erich

Bachtin Michail Michailovič

Barthes Roland

Levi-Strauss Claude

Nouveau roman

Nouvelle critique

Oulipo

Propp Wladimir

Queneau Raimond

Starobinski Jean

Strutturalismo

 

La presente pagina fa parte di un ipertesto sulle Lezioni americane di I. Calvino e sulle Metamorfosi di Apuleio.

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